S'inizia bene, il finale è incerto - Al figlio spiegava: «non seguire il mio esempio. Chi va in guerra non può tornare indietro» - «Il conflitto è sempre nelle mani della fortuna. Si incontra sempre qualcosa di inatteso» - Era il primo a distinguere tra verità fattuali e il racconto di comodo dei contendenti.nell'edizione su carta, incuriosisce con il riferimento alla teoria delle decisioni razionali. L'ho letto mettendomi nei panni di una persona che conosce qualcuno, amico, figlia, fratello, che studia teoria delle decisioni. Supponiamo che si tratti di un genitore. Bene, se quella fosse mia figlia, la chiamerei immediatamente chiedendole spiegazioni. La mia domanda sarebbe secca: Come mai ti sei messa a studiare qualcosa che inventa giustificazioni per la guerra e porta alla rovina di tutti i popoli?
La banalizzazione di quella che l'autore chiama rational choice theory è imbarazzante. La scena in cui Marylin Monroe spiega la teoria della relatività a Einstein, oltre a essere divertente, è scientificamente molto più decorosa.
Il professor Donald Sassoon scrive come se esistesse una teoria chiaramente identificabile come rational choice theory. Questo non è vero. Se invece volessimo concedere al professore l'esigenza del divulgatore di semplificare e rendessimo preciso il riferimento, allora potremmo pensare che si riferisca alla teoria classica dell'utilità per la decisione individuale. In questo caso, però quello che dice Sassoon, ancora una volta, non è vero. Se il professore ha letto Savage non lo ha capito. Se non lo ha letto, dovrebbe evitare di parlare delle cose che non conosce.
Chiaramente Sassoon ha un pregiudizio da difendere e lo si vede chiaramente con il riferimento all'utilitarismo benthamita, in cui vede le "lontane origini". La teoria della scelta razionale oggi, come 50 anni fa, è legata alla "dottrina di Bentham" come la logica contemporanea a quella di Aristotele, il quale non supererebbe nemmeno il più elementare degli esami di logica.
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